Selva castanile CASNOTTA

Progetto di recupero – Committente: Patriziato di Rivera

Direzione e DL:
5° Circondario forestale – Muzzano

Ditta esecutrice:
Impresa forestale Eredi Nicoli Cugnasco

Periodo d’intervento:
2012 -2014

Superficie d’intervento:
4.0 ha

Proprietà:

  • Patriziato di Rivera: 3.1 ha
  • Associazione degli Amici del Monte Ceneri: 0.9 ha

Costo dell’intervento:
CHF 250’000.-

INTERVENTI REALIZZATI:

Per il recupero della selva da bosco abbandonato sono stati realizzati i seguenti interventi:
  • Taglio del sottobosco di tutta l’area
  • Taglio ed esbosco degli alberi che hanno occupato la selva abbandonata: 640 m3
  • Potatura degli alberi da frutto di castagno: 147 pezzi
  • Fresatura delle ceppaie per permettere lo sfalcio meccanizzato dell’erba
  • Pulizia di tutta l’area dai resti del taglio
  • Semina di tutta l’area con erbe e fiori
  • Posa di pannelli informativi

LA SELVA: UN CASTAGNETO DA FRUTTO

La selva castanile è un bosco con un’importante valenza agricola, caratterizzata da alberi di castagno da frutto ben spaziati e un prato pascolato, sfalciato annualmente.

Le caratteristiche principali di una selva castanile sono:

  • Gli alberi sono spesso innestati e presentano una cicatrice di innesto anche in età avanzata. L’innesto consiste nel far attecchire su una pianta nata da seme una gemma o un ramoscello presi da un’altra pianta la cui varietà è conosciuta, per ottenere i frutti (castagne) desiderati.
  • Gli alberi sono isolati o disposti con ampie spaziature (come in un frutteto) in modo che la luce possa raggiungere il suolo e permettere la crescita dell’erba.

LE MOLTEPLICI FUNZIONI DELLA SELVA

LA SELVA: UNA RICCHEZZA IN BIODIVERSITÀ

Uno studio condotto dall’Istituto Federale di Ricerca WSL di Bellinzona su 60 selve gestite e 60 selve abbandonate, ha dimostrato che la loro gestione favorisce le specie quali il Picchio verde e lo Zigolo muciatto, come pure specie prioritarie per la conservazione, ad esempio il Codirosso comune.
Anche i pipistrelli sono favoriti dalla presenza di selve aperte che ospitano ben il doppio delle specie e degli individui rispetto alle selve abbandonate. Come dimostrato da uno studio condotto in Alto Malcantone, la specie maggiormente favorita risulta la Nottola di Leisler.
Si tratta di una specie migratrice presente al Sud delle Alpi soprattutto come ospite autunno-invernale e considerata vulnerabile a livello europeo. Le selve recuperate e gestite ospitano anche una maggiore diversità di insetti con rappresentanti dell’intera catena alimentare: dai decompositori della materia organica (foglie e legno), agli impollinatori, erbivori e predatori. Questi ultimi sono particolarmente importanti per la lotta biologica contro insetti dannosi.

IL CASTAGNO NELLA STORIA

Il Castagno (Castanea sativa Mill.) è originario dell’Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale. I primi ritrovamenti di pollini fossili attribuibili a esponenti del genere castagno risalgono a 60 milioni di anni fa, mentre i primi resti di foglie e ricci fossili sono databili 50 milioni di anni fa. È presente anche sulle coste atlantiche del Marocco, sulle rive del mar Caspio e
nel sud dell’Inghilterra. I primi segnali di una coltivazione attiva del castagno da parte dell’uomo risalgono a 4000 anni fa nella regione dell’attuale Turchia occidentale, Grecia settentrionale e Bulgaria meridionale [Fonte WSL, Sottostazione Sud delle Alpi 2003].
Verso la fine dell’era precristiana i Romani scoprono le qualità di resistenza del legno di castagno ed è usato come palo della vigna e negli usi esterni; il castagno è introdotto e coltivato anche a Nord delle Alpi.
A partire dal primo secolo d.C. l’Insubria diventa il primo centro di coltivazione intensiva del castagno. A partire dall’anno 1000 la coltivazione intensiva del castagno da frutto diventa essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni di montagna in molte regioni dell’Europa occidentale, compreso il Ticino.
Oggigiorno il castagno è diffuso in tutte le vallate della Svizzera italiana, ma poche sono le selve castanili recuperate e gestite.

LE VARIETÀ DI CASTAGNE

Il castagno è la pianta simbolo della Svizzera italiana e merita sicuramente di essere preservato, in particolare per la lunga storia regionale quale “albero del pane”. In una ricerca realizzata dal WSL, Sottostazione Sud delle Alpi, nel 2001, erano stati individuati 103 nomi di varietà di castagno.
In base alle ricerche dell’Associazione Castanicoltori della Svizzera italiana sono state censite una sessantina di varietà tuttora presenti, con un proprio nome, una propria storia e particolari caratteristiche.
Il gran numero rispecchiava i bisogni di una civiltà contadina ormai scomparsa: nelle selve castanili si trovano una grande varietà di differenti castagne poiché grazie a ciò era possibile prolungare e diversificare il loro utilizzo, permettendo di sfamare le tante bocche in famiglia anche negli inverni più rigidi. Oltre a ciò dal Mendrisiotto alla Leventina vi è una grande differenza climatica e per ogni stazione particolare vi sono varietà più adatte di altre.

Le varietà ritrovate dall’Associazione dei Castanicoltori della Svizzera italiana sono le seguenti:
Agostana, Barasgina, Barcheta, Belüsciora, Berögna, Bertana, Bianchèe, Buné bianch, Buné negro, Buniröö, Campana, Campascia, Canalina dala Madona, Casgnèu, Castagna barbisa, Dignela, Farín, Fruntina, Fugascera, Garrone Rosso, Lanera, Lanee, Lüina, Lüina (Bregaglia), Magreta, Magreta della Verzasca, Marrone dei Pirenei, Marrone del Ticino, Marrone della Bregaglia, Morlèta, Morèla, Muscendrina, Negra, Piatèlla, Pinca, Pireneo, Poreta, Repiscen, Revultana, Rossera, San Michee, San Martín, Selvadighín, Tardiva, Temporiva, Tempurana, Tenasca, Tentosa, Terematt, Tiradèla, Topia, Topiòra / Beleza Torción bianch, Torción negro, Tudiscia, Turza, Urciöla, Verdesa, Véscuv, Viusa

FLYER PDF

433.21

Shots Taken

le altre proprietà patriziali